Tutti giornalisti, tutte le foto tirate fuori dal cassetto con "Il Sergio". Quanta dietrologia e politica del "carro vincente" in un momento in cui un R.I.P. valeva cento frasi. R.I.P. Sergio!
Un uomo che ha fatto molto e bene per la FIAT (leggesi Agnelli), ma non ha fatto solo bene.

Ora, non è mia intenzione nè dettagliare, nè criticare la storia incredibilmente potente dal punto di vista manageriale di Marchionne ed è mi intenzione rispettare la sua vita personale. Intendo solo elencare alcuni punti di riflessione e di chi ha tratto vantaggio del suo intervento in Fiat succedutosi, se ricordo bene, a quello in Philip Morris. Insomma parliamo con i fatti!
- La Fiat si risolleva dopo anni bui (pro Agnelli)
- Il costo sociale in Italia è di quasi 100mila dismessi (pro Agnelli minus Stato e di circa 100mila operai)
- In Italia ed anche in America, Marchionne riesce ad ottenere dei contratti capestro con gli operai, oppure "vado da un'altra parte a produrre" (pro Agnelli minus operai)
- Anche in America Marchionne ottiene un prestito da Obama (pro Agnelli, come in Italia solo che là probabilmente i soldi li dovranno restituire. E pro America)
- La Fiat diventa AngloOlandese (pro Agnelli costo sociale mancato gettito fiscale per l'Italia)
- E' stato congruente (quasi sempre): non ha dichiarato che principalmente facesse tutto per gli operai o per salvare l'Italianità dell'azienda.
E' tempo che non mi interesso attivamente alla politica per cui ho vissuto un poco super partes tutto quello che Marchionne ha fatto e cavoli, non ho trovato solo cose buone.
Tempo addietro parlando con un politico, mi disse che